Abbiamo preso il modello lombardo e lo abbiamo replicato pari pari alla Spezia. Chiusura in ritardo delle grandi fabbriche, sono stati necessari gli scioperi; rifiuto di creare un ospedale pulito ed uno covid, con il risultato che se domattina ti sloghi una caviglia e vai al pronto soccorso prendi il coronavirus; tamponi effettuati in ritardo spaventoso e persi a centinaia; ritardo nell’allestimento del pre triage esterno; personale sanitario senza DPI; medici di base senza DPI; contagi a raffica nelle RSA; ritardo nell’attivazione delle cure domiciliari; nessuna trasparenza sui dati; silenzio delle Istituzioni e dei vertici Asl; anche la partita dello Spezia a porte aperte. Ora, dulcis in fundo, pazienti Covid al Don Gnocchi. Qualcuno questo disastro deve pur denunciarlo, e infatti qualcuno lo fa dall’inizio dell’emergenza. Non si può vivere solo di inno di Mameli, flash mob sui terrazzi e caccia al runner ed ai bambini. Non si possono invocare responsabilità dei cittadini, retorica dell’eroismo, allarmismo e “andrà tutto bene” per nascondere gli errori e mettere a tacere le critiche più che legittime e documentate. Le responsabilità politiche hanno nomi e cognomi. Sono di chi governa la Regione, la città e la sanità del territorio.