L’internazionale razzista e la sinistra dei morti viventi

marco ursano Indieblog

Dopo la tragedia, la storia si ripresenta come farsa. Aveva ragione, come su molte altre cose, il buon Carletto, peraltro oggi rivalutato e studiato, soprattutto dai suoi nemici storici, gli analisti dei  capitalisti. Questi ultimi sono ormai estenuati da uno studio matto e disperatissimo teso a rinfrescare tutte le tecniche per aumentare le disuguaglianze di classe e mantenere gli ultimi, una volta si sarebbero chiamati proletari, sotto scacco. Un evergreen è la guerra tra i poveri: fare credere al proletario, già istupidito dalla indigenza e la visione quotidiana del gioco dei pacchi, che se ha perso il lavoro, se ha un lavoro di merda, se vive in un quartiere degradato eccetera, la colpa è dello straniero, dell’immigrato, del negro. Allo scopo servono giornali, televisioni, social intasati da fake news, ministri con la bava alla bocca come Salvini. Il giochino è semplice: portare avanti provvedimenti ultra liberisti come la flat tax, ennesimo favore ai ricchi, e contemporaneamente indirizzare lo sdegno popolare sul vero nemico, che è quello che annega nello stretto di Messina tra il plauso generale. O il messicano a cui i figli sono strappati e rinchiusi in gabbia. Cambia solo il contesto geografico.

L’internazionale razzista di Trump, Salvini, Orban e compagnia così va alla grande. Sono talmente furbi che fanno anche finta di litigare con i razzisti perbene tipo Macron. In questi giorni, la grande Europa, quella degli imperi e delle colonie, l’Europa che ha visto affermarsi i più terribili totalitarismi della storia, il fascismo ed il nazismo; ma anche l’Europa dell’Illuminismo, del Risorgimento, del Neorealismo e della Nouvelle Vogue, dei movimenti operai e dei diritti civili, di Primo Levi, di Antonio Gramsci e Pier Paolo Pasolini, non si trova d’accordo sul fornire aiuti e porti sicuri per qualche decina di piccole navi con qualche centinaia di bambini, donne, uomini a bordo. Al di là di ogni valenza umanitaria – fate schifo, signori, lasciatevelo dire- sarebbe un fallimento anche e soltanto da un punto di vista organizzativo e logistico. A governi che non riescono a gestire in modo collegiale qualche migliaia di migranti non farei neanche presiedere una assemblea di condominio. Siete ridicoli, oltre che disumani.

Il Ministro con la bava alla bocca, Salvini, è arrivato persino a dire di ignorare gli SOS in mare. Meno male che il comandante della Guardia Costiera è un galantuomo e gli ha risposto per le rime. Purtroppo, però, le affermazioni del ministro razzista registrano un grande consenso. E’ evidente che l’operazione di distruzione dei cervelli è riuscita. Viene da lontano: inizia con Craxi, continua con il ventennio berlusconiano, passa attraverso i cantori del potere e del pensiero debole che infestano i media come parassiti, transita attraverso i governi tecnici, il radicamento nel territorio della Lega e arriva ai giorni nostri. In estrema sintesi, naturalmente.

E con la complicità silente, nel migliore dei casi balbettante, della sinistra e del PD. La disfatta storica del PD e della sinistra ha un lato positivo: Renzi sta per diventare conduttore televisivo. Positivo per la sinistra, non per i poveracci che lo vedranno all’opera su Netflix. Sta sgomitando anche l’altro fenomeno, Calenda: meno male, perchè abbiamo proprio bisogno di altro stantio neo liberismo de sinistra, evidentemente non ha fatto abbastanza danni. Gli altri, invece, organizzano convegni di sabato pomeriggio in estate, mentre i proletari vanno al mare a mostrare agli amici l’ultimo tatuaggio sulla natica. Sfilate di dirigenti sconfitti e quadri di quarta fascia che una volta, ai tempi d’oro, forse, e dico forse, li avrebbero messi a friggere gli sgabei (lo gnocco fritto spezzino N.d.R.) intenti a celebrare il rito autoreferenziale della tristezza esistenziale e della vuotezza cosmica. Una remake in salsa mediterranea della notte dei morti viventi.

Un quadro splendido, non c’è che dire. Che fa venire voglia di espatriare. Nella Terra del Fuoco. Fuor di metafore, compagni, l’invito è uno solo: andatevene a casa. Tutti. Azzerate tutto. Dimettetevi. Ripartiamo da qui, dalla tabula rasa. E’ la conditio sine qua non. C’è bisogno di gente nuova e aria fresca. Se c’è ancora qualcuno che ha voglia di ricostruire la sinistra, ben inteso. Non di rianimare il cadavere. Quello non serve a niente. Altrimenti, tutti al mare. A guardare le navi dei migranti al largo mentre si balla la zumba.