È inutile, ed anche un po’ peloso, girarci intorno: tutta l’operazione messa in atto dal Comune sulla Dialma è per fare fuori gli Scarti. Perché la nuova amministrazione è preda di una furia iconoclasta che conduce alla cancellazione di qualsiasi cosa sia accostabile a Federici e la vecchia amministrazione. Perché la nuova amministratone deve concedere qualche posto e qualche spazio a quelli che spintonano, che ringhiano, che sbavano, e che hanno votato centro destra alle comunali alla ricerca di spazi e posti dopo avere bussato a tutte le porte.
Non c’entra niente la preclusione verso chi chiedeva di utilizzare gli spazi della Dialma, che non c’è mai stata. Come i presunti costi eccessivi e buchi di bilancio, che non ci sono stati; al contrario, lo spazio è stato gestito con attenzione al bilancio, come dimostra la documentazione vera, basta consultarla. E poi anche se ci fosse stata qualche perdita chissenefrega. Parliamo di cultura e di lavoro sociale, mica di Porto o di Acam. Parliamo di un bene pubblico, immateriale, che si deve giudicare per la sua capacità di elevare una comunità, di trasmettere ai cittadini, e condividere con gli spettatori, l’eticità e la bellezza del teatro, della danza, della musica. Sono ben altri gli sprechi.
Quindi: la missione è fare il culo agli Scarti. Punto. Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere. Conosco gli Scarti, Enrico Casale, anche Michela Lucenti e i ballerini di Balletto Civile, da molto tempo. Sono ottimi artisti, e tecnici, che stimo, che hanno realizzato belli spettacoli, hanno vinto premi importanti, hanno lavorato con i bambini e con i soggetti deboli. Hanno portato a teatro molti giovani, hanno riportato a teatro molti spettatori delusi. Basti pensare a Fuori Luogo. Hanno seminato. Ho scritto spesso di loro e dei loro spettacoli. Ho scritto molte recensioni di spettacoli e concerti in questi anni, ne vado fiero, uno dei pochi motivi di soddisfazione della mia carriera giornalistica. Ho scritto degli Scarti e dintorni complessivamente bene, perché lo meritano, qualche volta trovando anche difetti, ci mancherebbe. Con molti di loro sono anche amico. Francamente, delle misere beghe di provincia tra artisti presunti o veri, intellettuali mediocri e coglioni aggressivi, come dicevano nell’Armata Brancaleone, non me ne cale. Mi mettono solo tristezza, anche per la mia indole elitaria (così prevengo le critiche).
Solo mi dispiace, e molto, se non vedremo più le produzioni di Scarti e Balletto Civile alla Dialma. Se non vedremo più Fuori Luogo. Spero che resistano e che non si facciamo cacciare. Se c’è bisogno di incatenarsi ai cancelli, fate un fischio. Come mi è dispiaciuto, e molto, per la chiusura dello Spazio Boss. Al netto delle polemiche varie e piccine che ci sono state al tempo. Resta un po’ di tristezza, personale, da uomo di sinistra e di cultura. Per carità non faccio l’elenco dei miei libri ed articoli pubblicati. Sono un uomo di cultura perché amo la cultura, passo il mio tempo libero a scrivere, studiare, leggere, ascoltare musica, oltre che a stare con i miei figli naturalmente. Tutto qui. Mi scuso con coloro ai quali non interessa, giustamente, quello che faccio io. Era solo per capirci. Per giudicare uno spettacolo, una esperienza artistica, bisogna essere sinceri, avere letto e visto tanto. Non pontificare. Quello lo lasciamo ai Pontefici, che fanno benissimo il loro mestiere.
Mi dispiace da cittadino di Spezia. Una città che rimane sempre nel limbo delle perenni potenzialità, che esprime una classe dirigente mediocre, ad essere clementi, da anni e che non sa apprezzare, e tenersi, le cose belle. Che al Re Ubu preferisce i selfie con i culi delle cubiste di Bob Sinclar. Sono modi diversi di intendere la cultura. Nell’Italia fascioleghista che va in Tv tirano molto di più i culi delle cubiste del decotto e miliardario francesino che un po’ di sano teatro. Peccato. Davvero. Mi ricordo i primi spettacoli che vidi da ragazzo, quando il teatro a Spezia lo portava Antonello Pischedda. Mi ricordo il Mistero Buffo sul palco del Civico, insieme agli altri ragazzi delle scuole, con Dario Fo ad un metro da me. Mi ricordo i Pigeon Drop che tiravano i secchi di vernice alla gente in Piazza Europa, con gli spettatori che scappavano da tutte le parti inseguiti da Leo Bassi a bordo di un go kart. Sembra di parlare dell’Età dell’Oro. Adesso, per i gggiovani con tre G ci sono Fedez e Rovazzi alle Terrazze. E magari i prossimi provini di Amici e XFactor alla Dialma. Perché no? Bisogna puntare in alto, ai tappeti rossi.