Nel 2019 Emma ed Ettore sono diventati ancora più belli, hanno imparato le tabelline, ad andare in bicicletta, Emma i passi iniziali di danza classica, Ettore a palleggiare e fare canestro a basket, ho trascorso centinaia di mattine a guardarli salire le scale della scuola impietrito dalla commozione.
Mia moglie ha continuato a sopportarmi (come fa?), gli amici, quelli veri, non mi hanno mandato affanculo (ancora).
Ho contribuito ad organizzare una bellissima edizione di Avanti Pop al Palco della Musica. Ho finito di scrivere il mio nuovo romanzo, ho letto una montagna di libri tra cui due capolavori, 2666 di Roberto Bolano e Una storia di amore e di tenebra di Amos Oz, ho riletto Petrolio di Pasolini trovando decine di nuovi significati che non avevo colto.
Ho preso bagni e sole interminabili in Corsica con la mia famiglia, ho ascoltato musica bellissima, ho iniziato un corso di fotografia così Lara Ghiglione non mi prenderà più in giro per le mie schifezze di foto, sono dimagrito 10 kg.
Il resto, le incazzature quotidiane, i fascioleghisti, i discorsi del belino al bar e nei social, le chat su whatsapp, i messaggi vocali su whatsapp, la caccia al parcheggio, il consueto rosso in banca a fine mese, le notti insonni, il riflusso gastrico, i film brutti, la musica di merda in filodiffusione, le rate dell’Inpgi e quelle dell’agenzia delle entrate, li ho già dimenticati.
Non riesco a dimenticare, invece, i corpi dei bambini, delle donne e degli uomini persi nelle profondità del mare. La più grande vergogna del nostro tempo, di cui tutti di noi, nessuno escluso, condividiamo la colpa. Coloro che hanno gioito, quelli che hanno giustificato, gli altri che sopra quei corpi hanno calcolato il loro consenso elettorale. Coloro che, pur sapendo, hanno voltato il viso da un’altra parte. Anche chi, come me, non ha fatto abbastanza per impedirlo.
Ma alla fine, a pensarci bene, quando ormai la nausea per il genere umano è definitiva e sembra che tutto stia crollando attorno a noi, l’esistenza ci regala frammenti di senso nascosti tra le pieghe del tempo e dello spazio, basta saperli cogliere e metterli assieme.
Nel diluvio del nostro mondo, in questa caduta della civiltà che stiamo vivendo, qualche piccola luce resiste e ci riscalda. Bisogna cercarle, squarciare il buio anche dentro noi stessi. Vincere lo sconforto, uscire dall’isolamento individuale, rompere l’oppressione delle miserie e delle fatiche del vivere. Anche se è dura. Ce lo impongono gli occhi dei nostri figli.
Rimboccarsi le maniche, ragionare, aprirsi, aprire la testa, condividere, regalare pezzi di se’, contenere egoismo e narcisismo (meno selfie please), favorire empatia e conoscenza. Coltivare bellezza. Indignarsi. Lavorare. Lottare. Costruire progetti comuni. Immaginare un altro mondo possibile: più giusto ed equo.
Ogni giorno. Secondo le proprie possibilità. Progredire. Ridere, stare assieme, giocare. Discutere. Litigare. Dormire. Nuotare. Camminare e correre. Leggere libri belli. Ascoltare musica bella.
Inizia una nuova decade. Contribuiamo a renderla migliore. Più umana.
Buon anno ragazzi.