Aiutiamoli a morire a casa loro

marco ursano Indieblog

Se non partono, non muoiono in mare. Quando la soluzione è lì, a portata di mano, e tu sei talmente accecato dai tuoi pregiudizi che non la vedi. È vero, a pensarci bene: perché morire in mare quando si può morire comodamente a casa propria?

Di fame, di sete. Di ebola e malattie varie. Per le percosse della polizia. Per un colpo di machete. Per una bomba nel cortile di casa. Per le torture in una cella. Uno stupro di gruppo. Una raffica di mitra. Un bombardamento con armi chimiche. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Aiutiamoli a morire a casa loro, è l’uovo di Colombo. Grazie Capitano per averci pensato.

Noi umani non ci eravamo arrivati. Volevamo aprire corridoi umanitari, salvarli in mare, prestargli soccorso, avvolgerli in una coperta, dargli da mangiare e bere, farli sbarcare nel nostro Paese, ascoltare la loro storia, capire la loro volontà, condividere un abbraccio, un sorriso, consentirgli di andare dove desiderano e se avessero scelto di rimanere in Italia inserirli in percorso di integrazione, legalità, diritti e doveri, lavoro, sanità e scuola.

Qualcuno riteneva giusto anche impegnarsi in prima persona, manifestare pubblicamente, finanziare la cooperazione, devolvere il suo otto per mille alle Ong (a questi scafisti, che vergogna!) ed alla Chiesa Valdese. Qualcuno plaudiva alle parole di questo Papa, magari essendo anche un non credente che non va a Messa dalla Comunione, che ipocriti!

Altri ancora, addirittura, pensano che Mimmo Lucano sia un eroe, e che opporsi al decreto sicurezza del Capitano per un sindaco sia un dovere, perché non applicandolo al contempo si rispettano i diritti umani e si tutela la propria comunità di cittadini, non consentendo a migliaia di migranti di piombare improvvisamente nella illegalità e nella marginalità sociale, perdendo ogni diritto.

E ci sono ancora, nonostante tutto, persone che a vedere i migranti morire, a leggere le dichiarazioni di odio sui social che non risparmiano neanche i bambini, ad assistere allo scaricabarile sulle morti da parte dei governi europei, a conoscere le condizioni dei lager libici e dei campi profughi europei, a sapere che ci sono migliaia di minori senza una casa, un tetto, un pasto caldo, ci stanno proprio male, provano un dolore fisico, profondo, da non dormirci la notte.

Ma guarda te che gente strana che c’è al mondo. Roba da non credere.

Aiutiamoli a morire a casa loro e non pensiamoci più.

Ci vediamo in spiaggia, questa estate.

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